La più antica sinagoga nel Quartiere Ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme, la Sinagoga di Ramban, ha preso il nome del famoso Rabbino Moshe Ben Nechman (1194-1270), ed è oggi conosciuta con il nome di Nachmanides o Ramban.
Nel 1267, tornando a Gerusalemme e vedendo la città distrutta e priva di Ebrei (se non di due pittori Ebrei incontrati per strada), il rabbino si rattristò e in una lettera al proprio figlio scrisse: “Grande è la trascuratezza e profonda la distruzione. L’intero Tempio è in rovine, Gerusalemme è completamente distrutta. Trovammo una casa in rovina, costruita con colonne di marmo e una bella cupola. La prendemmo per trasformarla in Sinagoga, perché la città è abbandonata e chiunque voglia prendere delle rovine può farlo”.
La Sinagoga di Ramban fu originariamente costruita sul Monte Sion, dove gli ebrei di Gerusalemme vissero prima di spostarsi nell'attuale Quartiere Ebraico nel XIV secolo.
Per molti anni questa fu l’unica Sinagoga della città. Essa corrispondeva alle descrizioni date da Rabbi Ovadia di Bartenura (1440-1530) durante la sua visita a Gerusalemme nel XV secolo: “La Sinagoga a Gerusalemme è costruita su delle colonne. Essa è lunga, stretta è buia, con un solo ingresso luce. Dentro c’è una cisterna d’acqua”.
La Sinagoga fu chiusa nel 1589 per ordine dei governatori Ottomani. Essa fu riaperta alla preghiera nel 1967, durante il settecentesimo anniversario della visita di Ramban in Israele.